Come avvicinarsi al cliente in tempo di Covid-19 con i corporate video aziendali
In un periodo segnato dalla difficoltà a viaggiare e ad approcciarsi “fisicamente” al cliente, diventa essenziale sfruttare altre vie per presentare efficacemente la propria azienda. E i corporate video aziendali sono un ottimo strumento.
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INTRODUZIONE: A COSA SERVE UN VIDEO CORPORATE?
Un profumo, un’automobile o un telefonino (pardon, Smartphone). Siamo abituati a vederli pubblicizzati con tutti i mezzi in tutti i modi più accattivanti. Su carta patinata, radio, TV o una delle mille varianti online, la comunicazione pubblicitaria di prodotto ha decenni di storia ed evoluzione alle spalle. Sono certo lontani i tempi della copy strategy “nuda e cruda” o della star strategy a tutti i costi e oggi lo storytelling è l’arma “in più” per essere originali. L’impressione, però, è che sia difficile trovare una via completamente nuova per la comunicazione di prodotto B2C.
Se invece parliamo di B2B e ci addentriamo nell’ambito della comunicazione istituzionale, scopriamo un mondo che ha subito una evoluzione molto più lenta e che lascia ancora grandi margini all’iniziativa delle aziende che decidano di investire nel rinnovamento del proprio modo di presentarsi, internamente ed esternamente.
In questo ambito, sempre più spazio viene dedicato alla multimedialità e all’utilizzo delle immagini e filmati al posto del supporto cartaceo o dell’evento fisico.
La comunicazione istituzionale d’impresa ha imboccato prepotentemente la strada del racconto (o Storytelling come si usa dire), capendo che la positiva predisposizione degli interlocutori ad un dialogo è importante tanto quanto la qualità del prodotto e la convenienza del prezzo, quando non sia addirittura più importante di quest’ultimo.
Secondo quest’ottica, sempre più imprese si cimentano nella realizzazione di video istituzionali, i “Corporate” di qui in poi, che NON hanno lo scopo primario di vendere un prodotto o un servizio, ma quello di suscitare un’emozione.
Quella che è sempre sembrata una condizione antitetica, ovvero la razionalità di chi opera in ambito B2B contrapposta alla “leggerezza” di un supporto audiovideo dai contenuti non tecnici, in verità trova un momento di sintesi perfetta se si parte dal presupposto che, anche in questo ambito, l’interlocutore è e resta una persona che deve essere in primis coinvolta e “preparata” alla eventuale trattativa. In altre parole, i Corporate video aziendali non hanno lo scopo di vendere, ma devono coinvolgere l’interlocutore e predisporlo positivamente nei confronti dell’azienda. Senza pretendere di stimolare acquisti di impulso, si possono creare in tre minuti le condizioni per le quali il buyer che ci aveva ignorato fino a ieri decida di ascoltare le nostre ragioni.
Un Corporate ben fatto non vende da solo, ma invoglia dunque il cliente alla nostra conoscenza. Di fatto parliamo di un potentissimo strumento nelle mani della forza vendita: un conto è ascoltare l’ennesima persona che decanta le doti (vere o presunte tali) di un’azienda, altro è percepirne i valori e riceverne un messaggio chiaro e coinvolgente.
Facciamo un esempio. Se produciamo “bulloni, viti e rivetti”, una cosa è presentarsi con un catalogo dei prodotti ed elencarne le caratteristiche; altra cosa è costruire attorno ai miei bulloni una storia che trasmetta prima valori e dia un’emozione. E che ci crediate o meno, anche coi “bulloni” si può arrivare alla pancia delle persone. Basta essere bravi.
Anche in contesti che sono senza dubbio più “aridi” sotto il punto di vista emozionale, bisogna partire dal presupposto che è sempre possibile inserire elementi che stimolano l’attenzione emotiva. Ciò è possibile perché con questo tipo di medium noi comunichiamo attraverso tanti elementi: Voce, immagini, suoni e scrittura. È dunque possibile mixare questi stimoli esaltando quello o quelli che, nella singola situazione, possono essere meglio sfruttati. Concetti ed emozioni possono sovrapporsi ed alternarsi creando un messaggio potenziato che, se in perfetto equilibrio, non risulterà né banale né esagerato.
È importante abbinare concetti universali, facilmente riconoscibili e normalmente accettati, con aspetti specifici e peculiari che risulteranno rafforzati nel loro insieme.
Se, prima di mostrare la perfetta filettatura dei miei bulloni, mostro che quelli fatti due generazioni or sono “tengono ancora in piedi” un pionieristico ponte di montagna di inizio secolo, ciò che lascio al cliente non è un dato sulla affidabilità del prodotto, ma una inconscia consapevolezza di quanto siano ben fatti i miei bulloni. E se nella testa del cliente faccio nascere una convinzione senza imporla, essa avrà un effetto indiscutibilmente più efficace e positivo.

Come dicevamo, non ci sono solo le immagini, anzi l’efficacia dei Corporate video aziendali è data dal mix di tutti gli elementi sopra citati.
Di qui la necessità di usare un metodo preciso nella realizzazione del prodotto multimediale, seguendo poche importanti regole ed eseguendo delle attività specifiche e consequenziali che andremo a vedere qui di seguito.
Prima di tutto, però, mi soffermo su un concetto cardine che, valido per qualsiasi attività di comunicazione, non si ribadisce mai abbastanza:
il prodotto finale, il suo messaggio e il modo in cui viene realizzato, devono essere in funzione di chi ascolta e non necessariamente di chi parla. Il tutto deve essere pensato e realizzato per essere efficace nei confronti del target, anche a scapito del gusto personale della committenza.
A rischio di essere pedante, sottolineo questo aspetto che troppo spesso, nella PMI soprattutto, rischia di limitare l’efficacia del prodotto finale. L’imprenditore/manager deve verificare che il video rispecchi i valori aziendali e sia efficace per l’ottenimento degli obiettivi prefissati, lasciando il giusto spazio alla creatività del professionista, per la quale del resto viene pagato.
LE FASI ESSENZIALI PER REALIZZARE UN VIDEO CORPORATE

1) STESURA DI UN BRIEFING EFFICACE PER I CORPORATE VIDEO AZIANDALI
È il primo, fondamentale, passo per la realizzazione di un prodotto efficace. Possiamo dire che il Briefing è l’unico contributo essenziale che il committente deve produrre, senza il quale i professionisti incaricati della realizzazione del video sarebbero in grande difficoltà. Il suo scopo è quello di fornire tutte le informazioni riguardanti l’azienda ed il video che si intende realizzare.
Un briefing efficace deve essere sintetico e deve contenere, tra le altre cose:
- Dati dimensionali e caratteristici dell’impresa
- Descrizione dell’attività e dei prodotti
- Descrizione del processo produttivo (se esistente) e commerciale
- Focalizzazione di target e mercato/i di riferimento
- Mission e Vision
- Obiettivi comunicazionali e commerciali del video realizzando
- Reason why
- Tone of voice
- Strategia di diffusione, piano media
- ecc…
Ciò che potrebbe sembrare un elenco mastodontico, in realtà è desumibile rapidamente dal piano Marketing aziendale, ove esistente, o da una riflessione “guidata” con il top management.
Ciò che è realmente essenziale,
è pensare al briefing come ad uno strumento che dovrà guidare persone esterne nella realizzazione del Video. La sua compilazione non è dunque ad uso interno e non può lasciare punti e concetti sottintesi o scontati.
2) BUDGET, AGENZIA O SOLO CASA DI PRODUZIONE
Una volta pronti col briefing, dovremo definire un budget di massima che ci aiuterà ad identificare il livello qualitativo del prodotto e di chi lo dovrà realizzare. Come per tutti i prodotti/servizi sul mercato, anche per il video making possiamo trovare soluzioni pe tutti i palati e per tutte le tasche. Ma ci sono alcuni accorgimenti che ci possono permettere di ottenere il massimo risultato con il giusto impegno economico.
Prima di tutto valutiamo se affidarci ad un’agenzia di comunicazione oppure no. Se abbiamo le idee molto chiare su cosa vogliamo ottenere (lo si capisce da quanto è stato facile o difficile stendere il Briefing) possiamo anche valutare di ricercare una struttura di produzione che fornisca anche professionalità creative. Ciò ci permetterà di alleggerire sensibilmente i costi (le agenzie sarebbero un tramite per arrivare comunque alla casa di produzione) o di dirottarli sulla qualità del prodotto finale.
Se invece ci rendiamo conto di aver bisogno di un aiuto importante già dalla fase di stesura del Briefing, allora l’opzione migliore può essere quella di affidarsi ad una consulenza “terza” come un’agenzia o, scelta meno costosa, un professionista (perché non chi scrive qui ad esempio?).
Per ottenere un ottimo risultato, non serve il lavoro di molte persone, ma è essenziale individuare quelle che possono darci un contributo determinante in termini di efficacia creativa e qualità realizzativa.
CONSIGLIO IMPORTANTE: non fermiamoci alla prima agenzia o casa di produzione che troviamo. Spendiamo un po’ di tempo nel ricercare (internet è un aiuto essenziale in questo senso) delle alternative da contattare per sottoporre il briefing e ricevere diverse proposte da poter valutare. Per non perdere tempo, il consiglio è quello di selezionare realtà che mostrino attinenza con il nostro mercato e dimensione aziendale andando a vedere i video già realizzati per altre aziende. Se, ad esempio, un’agenzia lavora solo o quasi con aziende del settore Fashion o Food, probabilmente non sarà la più indicata per elaborare un progetto creativo focalizzato su un target completamente diverso come quello degli utilizzatori dei miei bulloni…
GARA SI GARA NO… Le aziende più grandi, o con budget davvero importanti, possono permettersi anche di invitare alcune agenzie a partecipare ad una gara: dato il briefing, le agenzie si impegnano a sviluppare una o più proposte creative da presentare unitamente al preventivo di spesa. In questo modo chi deve scegliere può farlo con molti più elementi. Prassi sicuramente efficace, ma che presuppone lo stanziamento di un overbudget perché le agenzie che partecipano, giustamente, chiederanno un contributo per il lavoro creativo che verrà comunque svolto.
3) LA CREATIVITÀ – NON SERVE SPIELBERG!
Questo di solito è l’aspetto più delicato da sviluppare, soprattutto se in azienda c’è chi pensa che sia arrivata l’occasione per dare sfogo alle velleità artistiche represse da tanto tempo…
Insomma, mai come in questa fase è importante avere un professionista che possa sviluppare il processo creativo con efficacia.
Possiamo definire il concetto di creatività come l’attività volta a trovare il modo più efficace per veicolare il messaggio corretto al giusto target, rendendolo convincente e facilmente ricordabile.

Questa è un’attività tutt’altro che banale. Il compito del committente è quello di valutare il più asetticamente possibile le proposte che riceverà, cercando di giudicarle sulla potenziale efficacia presso il target di riferimento e non in base al gusto personale. E non è facile.
Non è assolutamente detto che la prima proposta sia quella giusta, o che sia tutto ok dall’inizio alla fine. L’importante è che ogni appunto ed osservazione siano motivare e ben spiegate. Solo così il professionista potrà “correggere il tiro” e raggiungere lo scopo.
Un consiglio:
Non abbiate paura di osare. Ricordiamoci che non stiamo programmando un documentario naturalistico, ma dobbiamo raccontare qualcosa di noi che resti in testa a chi lo vede.
A questo proposito, concediamoci un minuto e mezzo per vedere qualcosa che difficilmente avremmo il coraggio di fare ma che ha dato incredibili risultati a questa start-up. Giusto per dare forma al concetto di “osare”.
4) PRODUZIONE/RIPRESE
Questa attività, ovviamente, è completo appannaggio dei professionisti che avremo scelto. Giusto qualche suggerimento pratico:

- Una sessione di riprese “seria” prevede il lavoro di diverse persone. Chi fa la regia e le riprese, uno o più assistenti, attrezzisti e, se parliamo di una troupe completa, un direttore della fotografia. Non sto esagerando. Credetemi. A tale proposito, diffidiamo degli “One Man Band”…
- Il tempo necessario varia ovviamente secondo la complessità e numeri delle scene da sviluppare. La durata delle riprese viene di solito definita contrattualmente. In generale si preveda che ci saranno interruzioni del lavoro per i dipendenti. Quindi se avete una commessa importante da consegnare, non sovrapponetela alle riprese!
- Prepariamoci per tempo! Alle alte risoluzioni utilizzate oggi, si vede qualsiasi minimo particolare! Puliamo gli ambienti di fino, predisponiamo materiali o locali particolari in anticipo. Tutto ciò eviterà perdite di tempo durante le riprese.
- Seguite il lavoro in modo non invasivo ma attento. L’operatore probabilmente non conosce i vostri prodotti e processi produttivi ed avrà bisogno di voi per riprendere ciò che è davvero significativo e peculiare.
5) MONTAGGIO – VIDEO EDITING
Questa è la fase in cui il nostro video “prende corpo”. Solitamente si procede con una selezione delle scene migliori (molte infatti vengono girate più volte per poter poi operare una scelta). La sequenza viene montata così che si possa procedere con ulteriori lavorazioni che portano al montaggio definitivo.

Probabilmente avremo anche predisposto un testo doppiato, quindi il montaggio seguirà la traccia del testo. Altri elementi che concorrono al completamento sono:
- La scelta della colonna sonora
- L’aggiunta di eventuali elementi grafici, testi ed animazioni
- Aggiunta di eventuali immagini e/o filmati da stock
Da ultimo, solo quando il montaggio è finito ed approvato, si procede con il ritocco del colore e della luminosità delle immagini per dare loro l’effetto finale desiderato.
6) COME USARE I VIDEO CORPORATE AZIENDALI
Qui comincia il bello. Abbiamo creato un buon prodotto audiovisivo, che promuove efficacemente la nostra realtà, ma che può risultare perfettamente inutile se non raggiungerà la maggior parte possibile del nostro pubblico obiettivo.
E qui si apre un discorso molto ampio, che comprende le strategie di comunicazione delle quali il nostro video deve essere una parte. Sarebbe pretesa inutile voler riassumere in questo articolo un argomento così ampio che tratteremo, pezzo per pezzo, in altri articoli ed approfondimenti.